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I grandi

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Nell’ampia gamma  fornita dai media

si fanno cognomi e nomi e si narra

di ogni ben di Dio o di altri

spiazzando.

 

È più probabile che un grande uomo

sia tra i piccoli nascosto, tra chi

nelle avversità si mantiene integro

tra chi fa l’amore senza rubare

tra chi trova espedienti e

come pane li spezza.

 

Il grande è tra i belli, in più

ti strappa solo la stima

come fosse un sorriso

ché il grande riempie

specialmente il cuore.

 

Il grande non ha prezzo, si riconosce

tra chi non chiede mai nulla

e non avere non lo conosce, si basta

di quello che è

… è gonfio d’amore.

 

Un grande porta pesi

che nemmeno le formiche

… schiaccia

e nessuna necessità gli invade la mente

di dover abbattere altri

 

sa

 

e apprezza la grandezza

di chi lo affianca. Il grande

non abbisogna di nulla

e d’essenza, tra noi, permane

a differenza degli altri.

 

 

 Guido Balbo - 16/05/2020 17:55:00 [ leggi altri commenti di Guido Balbo » ]

Grazie Arcangelo, è più bello il tuo commento del mio testo. La società, in ogni sua epoca, ha costruito e costruisce la propria etica, per dare valenza a ciò che ritiene opportuno. I grandi uomini seguono sempre la propria etica, sapendo perfettamente quali sono i veri doveri morali verso sé stessi e verso gli altri. In questo mondo d’apparenza siamo circondati da grandi uomini molto piccoli e piccoli uomini molto grandi. I grandi uomini sono semplici, non hanno necessità alcuna di pubblicità, di monumenti nemmeno, hanno un unico grande scopo: costruire un mondo migliore (anche se spesso non lo sanno). Buon we,

 Arcangelo Galante - 16/05/2020 12:09:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Mi è molto piaciuto il testo, letto per ben due volte, al fine di assaporare ogni singolo passaggio, concatenato al successivo, che rispecchia anche parte delle convinzioni alle quali sono ancorato.
Innanzitutto, credo che un grande uomo è sempre disposto ad essere piccolo giacché sia l’umiltà di cuore e di pensiero, inteso come livello culturale, ad esprimere il valore posseduto; un po’ similmente alla nobiltà d’animo, oggi ritenuta sciocca, fuori moda e, in talune circostanze, interpretata in chiave di fragilità spirituale.
Inoltre, penso che definire la grandezza di un essere, sia davvero difficile, in quanto la misurazione di una preziosità interiore, resta spesso relativa, giacché quand’anche viene affermata troppo, rischia di avere poca valenza all’interno di un mondo personale, di un gruppo e di un contesto sociale,
Vuoi essere un grande? Comincia con l’essere piccolo.
Vuoi erigere un edificio che arrivi fino al cielo? Costruisci prima le fondamenta dell’umiltà, e allora si salirà col tempo la scala di suddetta “misura”.
E pure se la storia del mondo non è altro che fondata sulla biografia di grandi uomini, nella pubblicazione considero le riflessioni dell’autore, Guido Balbo, altamente veritiere e condivisibili.
Il testo si avvalora di un significativo insegnamento psico-emotivo, che spinge a una maggiore identificazione reale e non condizionata, specialmente dai mass media, sul riconoscere da sé la figura degli uomini grandi, senza “etichetta”, basandosi soprattutto sul mostrarsi, al mondo, ricchi di umanità, amore, interesse, disponibilità e tolleranza verso le altrui idee.
Visioni calzanti, su di un vivere “silenzioso e apparentemente passivo”, in maniera chiara e semplice, ben descrivono le opinioni dell’autore sul tema trattato.
Certamente un messaggio emblematico, da non scordare!

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